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Intervista a Paola Marangoni con la redazione di Dierre Magazine

Un mercoledì mattina ricevo una chiamata da Laura De Robertis – responsabile Marketing e Comunicazione della società Dierre: “Paola, ci piacerebbe intervistarti, abbiamo pensato a te per la prima uscita del nostro Mag”

Un’intervista dal tema: “case minimal e di design“. Felicissima per questa occasione, accetto con immenso piacere e molto emozionata.

Nelle prossime righe troverete un estratto dell’intervista. Piccoli spunti di riflessione per le vostre case e per affrontare al meglio questo “grande passo”.

Grazie a tutto il team di Dierre per avermi dato la possibilità di raccontare della mia più grande passione: la CASA.

Buona lettura!

“Quattro chiacchiere con Paola Marangoni, agente immobiliare con una passione sconfinata per l’interior design. «Abbiamo bisogno di vivere in spazi ordinati, pensati su misura. Per questo lo stile minimal, inteso come filosofia di vita e non come rinuncia al superfluo, è vincente». Un consiglio? «Non abbiate paura di osare»

Torinese, trentasette anni, una laurea in comunicazione, Paola Marangoni vende case per lavoro dal 2008 anche se confessa di detestare gli agenti immobiliari anni Ottanta. «Prima delle case, per me, vengono le persone. Mi appassiona l’idea di realizzare un progetto, un sogno: ogni volta è una missione, una storia da raccontare, un cambiamento da iniziare». Paola le case le vende (attraverso l’agenzia Immobiliare Marangoni) ma prima di venderle le racconta sui social, dov’è seguitissima. Ha iniziato durante il lockdown per consentire alle persone di seguirla nelle visite e ha continuato anche dopo. Le sue dirette su Instagram sono delle piccole lezioni di interior design: «Mi piace accompagnare il cliente nella scelta, capire le sue esigenze, risolvere problemi. Alla fine con molti di loro si crea anche un rapporto di amicizia».

Nella tua agenzia si respira un’atmosfera intima, una via di mezzo tra uno studio e una casa. Com’è nata l’esigenza di personalizzare il tuo ufficio?

«A marzo di quattro anni fa sono entrata nel mio nuovo studio e guardando la sala riunioni tutta bianca ho pensato che avesse bisogno di un tocco di décor ma soprattutto volevo un luogo che mi corrispondesse, dove conversare con i clienti e sognare nuovi progetti. Avevo appena finito di ristrutturare casa mia e avrei tanto voluto avere la carta da parati in una camera o nel soggiorno ma presa dall’indecisione più totale e dalla paura di stufarmi e di sbagliare ho accantonato il progetto. Così ho deciso che questa volta avrei osato. Ho posato la carta da parati su una sola parete e ogni volta che la guardo sono felice. Ricordo ancora il primo cliente che l’ha vista entrando in agenzia, un vecchio signore poco incline ai complimenti. Avevamo appena finito i lavori, non c’erano neanche le sedie ma la tappezzeria era lì. L’ha guardata e mi ha detto: ma lo sa che è proprio bella?».

A proposito di casa: ci racconti com’è quella di un’agente immobiliare?

«Sono cresciuta in un appartamento anni Sessanta e quando, a trent’anni, ho deciso che ne avrei avuta una tutta mia ho cercato una soluzione in un contesto d’epoca. Appena sono entrata in quella che sarebbe diventata la mia futura casa mi sono innamorata subito delle porte: bianche, a doppio battente, con una cornice importante: esattamente come le avevo sempre sognate. L’ho ristrutturata con calma, cercando nei mercatini il pezzo giusto, con pazienza. Sono rimasta un anno senza pensili della cucina finché non ho trovato quelli che volevo. Le case sono viaggi infiniti, colpi di fulmine improvvisi. Le vedi, te ne innamori e non ti lasciano più».

Per lavoro ne vedi tantissime. Hai notato cambiamenti in seguito alla pandemia? Cosa cercano oggi le persone?

«Sicuramente aver trascorso più tempo dentro le mura domestiche ha cambiato un po’ la prospettiva di ognuno. È cresciuta l’esigenza di avere più spazio e utilizzare meglio i metri quadrati. Lo smartworking ha imposto di ripensare in modo diverso gli ambienti rendendoli più vicini alle nostre esigenze. Oltre allo spazio è diventata molto importante la luce, perché una casa luminosa predispone meglio anche l’umore. E ovviamente è molto ricercato il terrazzo dove trascorrere tempo all’aria aperta. In generale c’è sempre più attenzione al dettaglio, piccole cose: una parete colorata, delle piante verdi, una candela profumata che fa subito atmosfera».

La casa minimal è una tendenza che vedi anche tu?

«Assolutamente sì. Le persone hanno bisogno di semplificare, di ordine, di ambienti pensati su misura: gli spazi di servizio come la lavanderia o una cabina armadi perfettamente attrezzata sono un plus molto richiesto e apprezzato. Minimal non significa privarsi di qualcosa ma vivere in modo più ordinato e di conseguenza più sereno. In agenzia organizziamo periodicamente dei workshop per aiutare le persone a vivere meglio la casa, a personalizzarla seguendo le proprie inclinazioni».

Quanto si può rivalutare una casa con una buona ristrutturazione?

«Tantissimo, a patto che sia fatta da un professionista che sappia ottimizzare al meglio l’immobile. Il valore aggiunto che può dare l’intervento di un architetto fa davvero la differenza».

Che consigli daresti a chi voglia vendere casa?

«Anche se può sembrare banale scegliere un bravo agente immobiliare è fondamentale. Le persone tendono a pensare che un’agenzia valga l’altra ma – fidatevi – non è così. Ciascuno ha il suo stile, le sue inclinazioni. Guardate quali case ha in vendita, interrogatelo, cercate una sintonia. Gli state pur sempre affidando la vostra casa e in fondo un pezzetto di voi. Secondo: l’abito fa il monaco, quindi presentatela al meglio. A volte basta un mazzo di fiori freschi sul tavolo per suggerire una buona impressione. Terzo: durante le visite con i potenziali clienti andate a farvi una passeggiata e lasciate campo libero all’agente immobiliare. In nove casi su dieci è la scelta vincente».

E a chi la sta cercando?

«Per prima cosa chiaritevi bene le idee su cosa desiderate e fate una bella scrematura:se cercate una casa luminosa escludete gli appartamenti al piano terra. Secondo: fate un business plan che tenga conto di tutti i costi (ristrutturazione, notaio, trasloco…), lasciando un piccolo tesoretto per gli imprevisti. Io di solito consiglio un margine del 15- 20%. Terzo: valutate bene se scegliere una casa da ristrutturare oppure una chiavi in mano, sono due strade molto diverse, entrambe con pro e contro: la prima richiederà tempo ed energie ma potrebbe rivelarsi un buon investimento a lungo tempo, mentre la seconda vi esporrà a molta concorrenza e di conseguenza a pagare un prezzo più alto. E poi non abbiate mai paura di sognare. Perché la casa dei sogni esiste, basta saperla immaginare».

Articolo pubblicato a Maggio 2022 sul magazine di Dierre Porte
Progetto a cura di Armando Testa Spa
Photos: Alessandro Lercara

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